Passeggiando in centro, nella zona delle attuali via Carducci, viale Dante e viale Regina Elena, si incontrano peculiari edifici risalenti al recente passato asburgico di Grado. Grazie alla prossimità con la capitale dell’Impero, nonché alla vicinanza con l’allora città-porto di Trieste, già a fine ‘800 l’isola venne preferita dalla nobiltà e dall’alta borghesia austro-ungarica tra le località di villeggiatura dell’alto Adriatico per cure termali e balneazione. Nella stazione climatica, proclamata tale nel 1892, si costruirono rapidamente diverse ville e alcune, da originarie case di vacanza, divennero prestigiosi hotels. Altri ‘villini’ non esistono più o sono stati trasformati nel tempo; al contrario, parecchie costruzioni sono state accuratamente preservate: tra le più rappresentative, al n.7 di via Carducci c’è proprio la “Villa Liberty”, residenza privata, caratterizzata dall’ uso di svariati colori e dall’ utilizzo armonioso di numerosi materiali, come è tipico per tale stile architettonico; legno, ghisa, ferro battuto, vetrate colorate sulle facciate, raffigurazioni floreali o femminili con linee a “colpo di frusta o volo d’ali di libellula” (cfr. Prof. Sergio Tavano) e decorazioni lignee o mattonelle colorate sotto gli spioventi dei tetti sono tra le particolarità architettoniche della corrente artistica che, diversamente definita nelle varie lingue, si affermò dal tardo XIX° agli inizi del XX° secolo; staccandosi completamente dalla tradizione accademica, il radicale rinnovamento delle discipline artistiche si lega, ad esempio, al concetto di ‘Arte Totale’ (Gesamtkunstwerk) del movimento della Secessione Viennese; nelle specifiche costruzioni di Grado, questa tendenza sembra rifarsi in parte anche all’architettura del carinziano Lago di Wörth (Wörthersee Architektur).
Compreso tra l’odierna zona pedonale e il fronte mare, il complesso delle “Ville Bianchi” fu realizzato nei primissimi anni del ‘900 sulla sabbia, con materiali trasportati da Belvedere di Aquileia tramite barconi attraverso la laguna, per volere di Leonhard Bianchi. Il Barone, assieme al governo austriaco, sovvenzionò lo scavo del pozzo artesiano al fine dell’approvvigionamento idrico dell’isola, contribuendo così al suo ammodernamento. Con le Ville Marina, Spiaggia, Onda, Stella Maris e Adria la famiglia Bianchi fu tra i pionieri degli operatori turistici di Grado: la conduzione rimase nella tradizione familiare fino al 1978. Ceduto, ristrutturato ultimamente e con cambi di gestione, il signorile insieme immerso nel verde, presenta di fronte un curioso dettaglio: sulla recinzione che delimita la spiaggia antistante, dove si trova la cosiddetta “Porta Imperiale” ossia il cancello dell’epoca, si può ancora scorgere il monogramma di Francesco Giuseppe (“FJ”), sovrastato dall’aquila a due teste!
Sul viale Dante affaccia l’attuale “Villa Reale”, completata nel 1912 e inizialmente villa privata di Hugo Anbelang: già nel 1914 rientrava nell’elenco dell’Azienda di Cura e Soggiorno dell’epoca come “Villa Imperiale” con camere in affitto. Il proprietario era nipote di Carl Warhanek, creatore del primo stabilimento di Grado per la conservazione delle sardine. In seguito la villa fu comprata e resa albergo dalla stessa famiglia che, dal 1923, lo possiede e gestisce. Mantenendo le suggestive caratteristiche dell’epoca, ma con gli standard del comfort moderno e il piacevole giardino, la Villa Reale ha ospitato nei decenni illustri personalità politiche e famosi artisti, tanto ai tempi dell’Austria-Ungheria quanto ai giorni nostri. Sempre sul viale pedonale si trova la “Villa Erica”, hotel di gusto romantico dal 1907 e, poco distante, si può ammirare l’elegante “Villa Bernt”, albergo dal 1927. Entrambi gli edifici, resi confortevoli secondo le moderne esigenze alberghiere, conservano però il fascino del passato: rispettivamente, quello più “imperial-regio” con villeggianti da tutta la Mitteleuropa sin da inizio secolo scorso e quello del turismo élitario di fine anni “20, quando l’ Art Déco stava subentrando al Liberty e come l’aspetto della Villa Bernt sembra già anticipare.