Barbana e Grado sono collegate da un servizio di navigazione, con corse più frequenti in primavera ed estate; si può raggiungere questa isoletta di soli tre ettari anche con mezzi privati, dopo una traversata di circa venti minuti tra le bellezze naturali e la pace della laguna a est di Grado.
Meta di pellegrinaggi per eccellenza, Barbana ospita uno dei primi santuari mariani, le cui origini risalirebbero alla fine del VI° secolo quando pare che esistesse ancora un lembo peninsulare; infatti, l’isola come tale fu citata appena nel 734 in un documento papale. Tra storia e leggenda si narra che una mareggiata spinse un’immagine di Maria su un olmo di quei lidi; icona o statua che fosse, venne trovata dall’eremita Barbano, proveniente dall’antica Treviso. L’allora Patriarca di Grado Elia fece costruire una chiesa nei pressi del luogo del rinvenimento e, dopo la successiva aggiunta di un monastero, ne divenne priore proprio Barbano dal cui nome deriverebbe quello dell’isola.
Custodi del santuario furono per lungo tempo i Benedettini poi i Frati Francescani Conventuali, con alterne vicende come la soppressione del convento da parte di Venezia nella seconda metà del XVIII° secolo; in tempi moderni sull’isola ci furono i Frati Minori fino al 2019, mentre adesso sono presenti monaci benedettini della Congregazione Benedettina del Brasile che, a inizio 2020, fondarono il Monastero di S. Maria di Barbana con il motto: “ORA ET LABORA”.
La chiesa attuale è quella riedificata agli inizi del ‘900 in stile neo-romanico con elementi vagamente orientaleggianti. Il campanile, alto poco meno di 50 metri, fu inaugurato alla fine degli anni “20 e le odierne campane, ricavate dalla fusione di cannoni tedeschi della seconda guerra mondiale, alludono alla pace. All’interno colpisce la singolare acquasantiera in marmo rosso di Verona, raffigurante il diavolo schiacciato dal peso della grande conchiglia con l’acquasanta. La struttura a tre navate è caratterizzata dal soffitto ligneo a carena di nave rovesciata: tale forma, ripresa in alcune chiese sul modello della magnifica Basilica Patriarcale di Aquileia, richiamerebbe all’Arca di Noé quale simbolo di salvezza e protezione. Affreschi dei tardi anni “30 ornano le centinaia di metri quadrati della cupola con scene a tema mariano e relative alle origini del Santuario. La veneratissima statua in legno, che rappresenta Maria quale Madre con Gesù Bambino sul ginocchio e quale Regina sul trono, è opera di autore ignoto e databile forse agli inizi del ‘500; viene portata in processione sull’isola il 15 agosto e l’8 settembre in occasione, rispettivamente, dell’Assunzione e della Natività della Beata Vergine.
La processione più famosa è il tradizionale “Perdòn” la prima domenica di luglio, a ricordo del voto dei gradesi contro la pestilenza del 1237: la statua della Madonna degli Angeli della Basilica di S. Eufemia viene portata da Grado a Barbana a bordo di un’imbarcazione con il gran pavese, ornata da fiori; creano la processione via acqua una moltitudine di barche di isolani e turisti; celebrata la messa sull’isola minore, si ritorna all’isola maggiore e per il doppio passaggio del corteo religioso viene aperto il ponte girevole tra Grado e la strada lagunare in direzione Aquileia. Precedono il “Perdòn” i festeggiamenti del ‘Sabo grando’ ossia sabato grande con musica, caratteristici canti e brindisi soprattutto nella città vecchia di Grado.
Il Santuario conserva una quantità e varietà di ex-voto che testimoniano la plurisecolare devozione mariana da parte di genti di terra e di mare: attualmente sono esposti in chiesa i cuori argentei; presso l’Erboristeria del complesso c’è la Sala Ex-Voti che raccoglie oggetti donati dai fedeli e immagini votive a ricordo della grazia ricevuta, con la tipica sigla P.G.R., per guarigioni o per aver avuto salva la vita da incidenti, incendi e calamità naturali. Vicino al Santuario fu costruita a metà ‘800 la Cappella dell’Apparizione in onore del dogma dell’Immacolata Concezione; tutto attorno si trova un piccolo, suggestivo cimitero. Se Barbana fu lazzaretto e luogo di quarantena per malattie infettive ai tempi dell’antica Aquileia e di Gradus, oggi può essere anche luogo di ritiro per esercizi spirituali nella locale “Domus Mariae” all’insegna dell’ospitalità monastica.