Dopo aver rapidamente imparato a governare lo scafo, scivolando sulle acque palustri, circondati da una vegetazione ricca e sempre diversa, sarà possibile osservare le numerose specie di uccelli che soprattutto in questa stagione popolano la zona lagunare, tappa obbligatoria dei flussi migratori.
Inoltre faremo una sosta presso uno dei casoni di Grado, costruzioni in canna e legno utilizzate un tempo dai pescatori sia come deposito sia come luogo di riparo e riposo tra una battuta di pesca e l’altra.
Mare e terra si sono sposati in abbandono e levità. In ampi fondali, acque immote e distese; le contiene qualche argine giallo, che il falasco di palude qua e là ha rinverdito, qualche isolotto breve, che una macchia di tamerici rileva dal fondo, qualche velma che le alighe fanno scintillare di smeraldo; le nubi sostano, passando per rimirarsi. Pace e silenzio si dilatano con lo zufolo lieve del maestrale; un’allodola trilla chi sa dove.