Personaggi e luoghi simbolo di Grado: Adele Bloch Bauer

Personaggi e luoghi simbolo di Grado: Adele Bloch Bauer

Durante i 6 mesi della rassegna "Grado130", vieni a scoprire i personaggi più significativi della storia di Grado, nei luoghi simbolo della città:

Adele Bloch Bauer (1881-1925)

 

Verso i primi del ‘900 l’alta borghesia viennese amava trascorrere le estati a Grado. Tra questi, Adele Bloch Bauer, il cui fratello Eugen Bauer, con la moglie Lily e le figlie Mira e Bettina, che era proprietario dell’immobile situato all’angolo tra largo San Grisogono e i Giardini Palatucci, noto all’epoca come Villa Bauer. Era una palazzina dai canoni stilistici eclettici, con stilemi secessionisti espressione di uno status sociale molto elevato, considerando anche la posizione stessa all'intersecarsi di vie che costituivano il passeggio in prossimità della spiaggia. La palazzina ospitava al piano terra il negozio di souvenir di Moritz Fürst e si animava d'estate ospitando anche artisti. Non mancavano le relazioni sociali con protagonisti della capitale che soggiornavano alla Pensione Fortino di Emma Auchentaller. Villa Bauer venne demolita negli anni ’80.

Adele Bloch Bauer, figlia dell’imprenditore Moritz Bauer, direttore generale della Wiener Bankverein, e moglie di Ferdinand Bloch, figlio del Barone Bloch al tempo un importante industriale dello zucchero di origine praghese, era una donna molto benestante e colta, con interessi nell’ambito delle letterature straniere e in particolare per l’arte, ma non potè frequentare l’Università poiché era inammissibile per le donne del suo tempo. Viveva a Vienna a fianco del marito nel lusso e in una rete di relazioni sociali tessute tra politici, intellettuali, scrittori, compositori e artisti, ma non era la semplice “Wiener Salondame”, la padrone di casa: era impegnata politicamente, idealista, socialdemocratica, aconfessionale, con chiare opinioni ma senza diritto di voto. Nella Vienna di fine secolo Adele si presentava come “Una socialista dama di società”, o come la ricorda la nipote Maria Altmann “Era la donna di oggi in un mondo di ieri”. 

Adele assieme al marito Ferdinand iniziò presto a sostenere economicamente ed incondizionatamente  l’artista Gustav Klimt. L’artista realizzò già nel 1900 un disegno di Adele, ma fu nel 1901 che la sublimò come modella per la sua “Giuditta”, che presenterà a Vienna alla decima mostra della Secessione.  

La frequentazione tra Adele e Klimt divenne sempre più assidua e intima, tanto che l’artista – dopo centocinquanta bozzetti - le dedicò un ritratto nel 1907 (commissionato nel 1903 dal marito Ferdinand per il loro anniversario di nozze) in cui Adele stessa divenne una donna gioiello, incastonata in materiale prezioso e colori brillanti, a rappresentare l’acme del periodo d’oro dell’artista. Seguì un altro ritratto nel 1912, molto diverso dal precedente, in cui la protagonista compare come una donna elegante abbigliata alla moda dell’epoca, che consacrò Adele Bloch-Bauer ad essere l’unica persona che Klimt ritrasse due volte.  

 

Tratto da “Eros e bellezza preludio della fine, 1822-1914 Vienna-Grado” di Marina Bressan edito da Grado Impianti Turistici

 

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